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6 Set

EVENTI “EN PLEIN AIR” – I giardini del CONVIVIUM ARTIS®

In una notte senza stelle il Giardiniere crollò per la stanchezza. Pianse per ore, gli pareva impossibile riuscire a far crescere qualche pianta in una terra così arida. Una lacrima raggiunse l’altro mondo, dove la dea Ishtar la raccolse e la rimandò in superficie, trasformandola in una fonte d’acqua inesauribile.

 

Su una tavoletta di argilla paleo-babilonese, risalente al II millennio a.C. ed oggi conservata al museo del Louvre, è narrata in prima persona la vera storia del giardiniere Sargon.

Sargon è figlio una sacerdotessa che, dopo averlo partorito in gran segreto, lo mette in una cesta di vimini sigillata con della pece e lo affida alle acque del fiume. Akki l’Irrigatore lo recupera e  si prende cura di lui, insegnandogli l’arte dei giardini.

Ishtar è la più importante divinità femminile mesopotamica; dea dell’amore, della fertilità e dell’erotismo. A lei era dedicata una delle otto porte di Babilonia, vicino all’odierna Baghdad. È accanto alla porta a lei dedicata che sorgevano i meravigliosi Giardini Pensili di Babilonia, edificati intorno al 590 a.C. dal re Nabucodonosor II, una delle sette meraviglie del mondo antico.

La storia prosegue:

Mentre facevo il giardiniere Ishtar mi diede il suo amore e per cinquantaquattro anni io fui re!

 Sono pronta a scommettere che avete desiderato – almeno una volta nella vita – festeggiare un’occasione speciale all’aperto. Che gioia incommensurabile intrattenersi in piacevole compagnia tra il profumo dei fiori e la lieve brezza delle belle sere d’estate!

 

Ritrovarsi in un giardino restituisce una percezione di libertà, dove ogni nostro senso viene stimolato e proviamo un piacere appagante senza pari.

Focus:

Alla fine del XIX secolo molti artisti dipingevano en plein air, immersi nella natura, pronti a catturare ogni vibrazione della luce, lo spessore dell’aria, l’avvicendarsi delle stagioni. Attraverso la loro ricerca artistica, unita all’amore per la natura, ci hanno tramandato opere di straordinaria potenza evocativa, capolavori che possiamo ammirare nei musei di tutto il mondo.

Talvolta, sono giunti in paesi lontani per cogliere i colori sgargianti della vegetazione esotica, come Gauguin, talaltra, trovandola immediatamente fuori dalla soglia di casa, come le eteree ninfee nei dipinti di Monet, nei quali riconosciamo il giardino della sua casa di Giverny.

 

Dunque:

Il giardino è il luogo per eccellenza destinato allo svago e alla bellezza.

Credo che la bellezza che ricerchiamo in un giardino abbia a che fare con il nostro rapporto ancestrale con la natura; concordo con Marvell nel ritenere che il giardino non sia solo collegato all’estetica, ma strettamente connesso alla ricerca della vita felice.

A differenza del paesaggio naturale dove la mano dell’uomo non è ancora giunta ed il libero dispiegarsi della causalità e casualità della natura sono al di fuori del suo diretto controllo, il giardino è quello spazio antropico, conosciuto, controllato e organizzato, in cui la natura dialoga con l’uomo e la sua potenza è goduta come vita, ed esteticamente come bellezza e grazia.

In questa chiave, il giardino diviene espressione di una coscienza estetica che persegue l’armonia reale tra l’uomo e la natura, in grado di dare pace e benessere a chi vi sia dentro.

Tuttavia, ciò che rende possibile e visibile l’anima di un giardino o di un paesaggio, il suo carattere, è il rispetto del genius loci, quello che gli antichi Romani consideravano un nume tutelare a cui chiedere ispirazione.

Riconoscere il genius loci e lasciare che esso operi all’interno di un giardino è uno dei compiti più ardui per un paesaggista contemporaneo. Significa rispettare la storia del luogo in cui esso sorge, delle persone che lo vivono e che lo hanno abitato in passato, lasciando crescere alberi e piantandone altri, modificandone il rilievo e deviando le acque per il suo approvvigionamento idrico. Significa prendere in seria considerazione la fauna che popola quel preciso luogo e disporre gli interventi più consoni per far sì che essa sia in pacifica convivenza con le piante e la comunità umana.

I giardini del CONVIVIUM ARTIS®

Estesi su una superficie di circa un ettaro, i giardini del CONVIVIUM ARTIS® raccontano la storia di antiche preesistenze. Querce secolari, delle varietà roverella e farnia, fanno parte delle grandi foreste miste originarie, tipiche dell’Italia centrale, sorte sul fertile terreno vulcanico che sino al XVI secolo coprivano parte dei rilievi della nostra area.

A partire da quell’epoca, con lo sviluppo dell’olivicoltura prima e della viticultura poi, tali foreste furono espiantate per determinare le condizioni per la messa a coltura di nuove terre. È così che, nell’ambito di ciascuna fascia vegetazionale, si è assistito nel corso del tempo al prevalere delle specie coltivate sulla vegetazione naturale: le leccete e i boschi di roverella sono stati sostituiti da vigneti ed oliveti.

Nel XVII secolo, il terreno su cui sorgono i giardini del CONVIVIUM ARTIS®  apparteneva ancora al vastissimo parco di giardini formali, coltivi e boschi che costituivano il cosiddetto “Stato Borghesiano”, così denominato da quando nel 1613  il Cardinale Scipione Borghese divenne proprietario di questa vasta area, dove soleva trascorrere i mesi estivi ed ospitare presso la sua lussuosa residenza di Villa Mondragone il Pontefice e la sua corte.

All’interno dei giardini del CONVIVIUM ARTIS®  è fortunatamente possibile oggi ammirare un cospicuo numero delle querce originarie, così come si può ancora sostare all’ombra degli antichi ulivi che segnarono il mutamento del paesaggio a seguito dell’intervento antropico del XVII-XVIII secolo. Il pregio  di questa piccola enclave, inserita nel più ampio contesto paesaggistico dominato dai vigneti, risalta per il suo aspetto per così dire “antico”, poiché risparmiato all’intervento dell’uomo ed alla cementificazione degli anni più recenti.

La società contemporanea, attenta alla sostenibilità ed improntata ad uno sviluppo duraturo, deve essere in grado di conservare l’integrità degli ecosistemi ed assicurare la produzione di beni e servizi salvaguardando l’ambiente. Allo stesso tempo, essa dovrà garantire la dignità e la libertà di ciascuno di vivere e godere di una natura ancora vicina e amica dell’uomo.

È questo uno degli scopi che il CONVIVIUM ARTIS® si prefigge, sentendo su di sé l’importanza del ruolo di custode degli spazi in cui opera, affinché il piacere della convivialità dei propri ospiti non sia in contrasto, ma in reciproca sintonia, nell’avvicendarsi delle stagioni, con i tempi ed i ritmi della natura.